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lunedì 10 febbraio 2014

Le bugie (in ligure "böxie"): chi le dice e le divora... chi non è capace a dirle, ma... le mangia!

Nell'Antica Roma c'erano i frictilia, dolci fritti preparati proprio durante il periodo dell'odierno Carnevale, distribuiti alla folla che in massa si riversava per le strade.
A quei tempi si festeggiavano
i Saturnali, con sfilate e celebrazioni della mitica "età dell'oro", in onore di Saturno, dio dell'abbondanza e della soddisfazione.

Difatti, non c'è alternativa a Carnevale: si frigge e...basta. E' proprio difficile trovare una preparazione carnevalesca in cui non si debba versare l'olio in padella!
Si frigge, in abbondanza.
Anche nell'Antica Roma, grazie alla facilità di preparazione, era possibile cuocere grandi quantità di frictilia, in breve tempo, così da non lasciare nessuno "a bocca asciutta". Allora come oggi.

 
Adesso sono chiacchiere, bugie, cenci,... C'è chi le lascia rettangolari, al limite incidendole al centro, chi le chiude a fiocco, chiamandole "fiocchetti". Cambiano nome in base alla regione o alla zona d'Italia, ma si tratta pur sempre di un delizioso impasto fritto e poi spolverato di una candida pioggia di zucchero a velo. Che si chiamino bugie (Genova, Torino, Asti, Imperia), dal ligure böxie, cenci o crogetti (Toscana), strufoli (zona di Grosseto, Massa Marittima), chiacchiere (Basilicata, Sicilia, Campania, Lazio, Alto Sangro nell'Abruzzo meridionale, Umbria, Puglia, Calabria, a Milano, La Spezia, Massa, Carrara, Sassari e Parma), cróstoli o cróstołi o gròstoi (Ferrara, Rovigo, Vicenza, Treviso, Trentino, Friuli, Venezia Giulia, Ferrara), frappe (Roma, Viterbo, Perugia e Ancona), gałàni o sosole (Venezia, Verona, Padova).
Ora vediamo come preparare questo dolce festivo.
Ingredienti: 250 gr farina; scorza di limone tritata; mezza bustina di lievito per dolci vanigliato (altrimenti utilizzare direttamente la farina lievitante); 60 gr. zucchero; 2 uova; 60 gr. burro; 2 cucchiai di marsala (oppure - piccola mia variante - 1 di marsala e 1 di limoncello); olio di semi per friggere.
Procedimento: Nel mixer versare la farina, la scorza tritata, il lievito, lo zucchero e dare una prima frullata. Aggiungere le uova, una per volta, e frullare ogni volta. Versare i 2 cucchiai di marsala (oppure 1 di marsala e 1 di limoncello) e calare il burro freddo, tagliato a tocchetti, per un'ultima frullata. Si formerà una specie di palla che si lavorerà in poco tempo, a mano. Con l'aiuto di un mattarello, oppure (meglio) con l'ausilio della classica "nonna papera" si stende la pasta sottile e si taglia a rettangoli, effettuando una breve, caratteristica incisione a metà, che con la cottura diventerà una piccola "bocca" parlante. Quando si stende la pasta, ricordarsi sempre di aggiungere un po' di farina se questa rischia di attaccarsi. Friggere in abbondante olio di semi, bollente, preferibilmente in una padella non troppo larga e a bordi alti (controllare che l'olio sia caldo facendo la prova dello stuzzicadenti: se, immergendolo, l'olio "schiuma", allora è pronto per la frittura). Preparare una serie di fogli di carta assorbente, su cui adagiare le bugie fritte e distanziarle, così che si mantengano croccanti. A fine cottura, quando ormai saranno raffreddate, adagiarle su di un piatto, a strati, e spolverarle, di volta in volta, di zucchero a velo.
Il gusto è speciale, delicato, aromatico: si intuisce il tocco del limone, della vaniglia e del marsala e non ha nulla a che vedere col sapore di quelle comprate, che danno meno soddisfazione. Questo sarà, all'incirca, il risultato. Le mie - certo - sono proprio preparate in fretta e furia! Molto caserecce: alcune stese a mano (per chi le preferisce un po' più spesse), altre con la "nonna papera" (per chi le predilige un po' più sottili).

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